Giocare d’anticipo quando si parla di problemi gengivali è sempre la scelta migliore, specialmente quando essi sono influenzati dalle nostre azioni quotidiane.
Agire prontamente significa infatti non solo prevenire possibili difetti estetici ma anche evitare rischi connessi a una possibile aggravamento della patologia, in particolar modo quando, ed è il caso più frequente, non abbiamo competenze per riconoscere chiaramente i sintomi.
Prima regola per risolvere i problemi gengivali
Il primo aspetto da considerare riguarda l’importanza dell’igiene orale, di cui abbiamo parlato in un nostro recente articolo.
Un’accurata pulizia dentale quotidiana, eseguita con le tecniche e gli strumenti adeguati, è il miglior metodo per prevenire problemi di gengivite o recessione gengivale.
L’igiene orale domestica deve essere necessariamente coordinata con una pulizia dentale professionale, la cui frequenza va individualizzata alle specifiche necessità cliniche di ogni paziente e alla sua padronanza delle tecniche di pulizia domiciliare.
Anche il paziente “sano” dovrebbe sottoporsi ad una visita di controllo e ad una seduta di igiene orale professionale almeno una volta l’anno.
L’igienista è infatti il primo attore nella prevenzione di carie e patologie gengivali ma non solo. Svolge un ruolo importante nell’intercettare precocemente anche patologie della mucosa orale che in alcuni casi possono trasformarsi in lesioni cancerose se vengono trascurate o sottovalutate a lungo (di questo ci occuperemo in un futuro post).
Le cause dei problemi gengivali
Ma torniamo a denti e gengive e facciamo un passo indietro!
Da dove derivano placca e tartaro?
Essi si formano a partire dal cosiddetto “biofilm”, uno strato di molecole organiche complesse che tendono ad aderire alle superfici dentali e gengivali e anche sulla lingua e sulle quali proliferano i numerosi batteri che vivono normalmente nel cavo orale.
La placca non rimossa cresce velocemente, specialmente in chi mangia cibi ricchi di zuccheri, fino a diventare visibile anche ad occhio nudo, assieme all’accumulo di residui di cibo specialmente nelle zone interdentali e ovunque ci siano irregolarità delle superfici dentali, otturazioni eseguite male o capsule imprecise.
Nel giro di qualche settimana i sali minerali contenuti nella saliva, calcificano la placca che a questo punto si trasforma in “tartaro”, un deposito bianco/giallastro fortemente adeso ai denti e impossibile da rimuovere senza l’intervento dell’igienista.
Con il tempo il tartaro scurisce e cresce di volume in maniera incontrollabile anche se ci si spazzola i denti più volte al giorno!
Le conseguenze dei “problemi gengivali”
Nel 60% dei casi si ha già una gengivite generalizzata, con sanguinamento e senso di fastidio alle gengive, a volte dolore vero e proprio.
Il 10-15% dei casi ha invece una predisposizione genetica, tale per cui si sviluppa la ben più grave parodontite.
Questa si manifesta in forme più gravi e distruttive nei fumatori e nei pazienti con patologie metaboliche non ben controllate, come il diabete.
Per questo consumare pochi alimenti zuccherati, preferire una dieta a base di frutta e verdura, assumere vitamine (specialmente la Vitamina C), calcio e sostanze ossidanti presenti in una dieta equilibrata riveste un ruolo molto importante nella prevenzione dentale.